Cerimonia di SAngue - T.E.D. Klein
E se Klein avesse avuto pazienza? Di certo sarebbe stata una storia migliore.
[Ulteriori informazioni su T.E.D. Klein qui]
So già che il romanzo sarà tradotto. Per esempio in inglese, in francese, in tedesco e in altre lingue. Com'è possibile, in questo caso, non offrire un po' di colore locale?
Per questo ho utilizzato (due volte) l'aggettivo perturbato. L'ha fatto anche Garcia Marquez! Ugualmente a tale scopo, c'è fioritura di cadaveri. Suppongo (e Lei lo saprà meglio di me) che, all'estero, ci si aspetti da noi esuberanza, tropicalità.
Insomma: eccessi. Maiali volanti o cadaveri. Prudentemente mi domando: è così?
Io, nel dubbio, offro cadaveri.
da Il cadavere impossibile di José Pablo Feinmann, MarcosYMarcos editore
Anime Assassine. La vendetta del cigno nero è il secondo capitolo delle avventure dell'ispettore Quetti, personaggio creato da Diego Collaveri. Tabagista incallito, armato di un "sesto senso e mezzo" (cit.) per gli indizi e incapace di resistere alle richieste di aiuto di belle e giovani donne. Soprattutto se queste sono amiche d'infanzia, con le quali si è condivisa una parte importante di vita e alle quali si è sacrificato un pezzo di anima.
Inizia così l'indagine di Quetti: una richiesta d'aiuto che proviene da Silvie Blake, indimenticata compagna di giochi e ricordi, che un mattino piomba nell'ufficio dell'ispettore scompaginandogli i piani settimanali (e le pulsazioni cardiache) chiedendogli di prendersi una settimana di ferie e aiutarla a rintracciare Sweetyhell, amica e modella per la marca di abbigliamento goth di cui Silvie è la stilista. La ragazzina è scomparsa volontariamente, come suggeriscono i colleghi di Quetti o sotto c'è dell'altro? Quando il cadavere di Sweetyhell viene ritrovato circondato da simboli satanici, oggetti di bdsm e una piccola statuina di cristallo a forma di cigno, Quetti intuisce che dietro il serial killer chiamato Cigno nero si celano i contorni di una vendetta tanto terribile quanto raffinata.
Una lettura fatta di notte, mentre la gatta dormiva sul bordo del letto e il marito russava accanto; il romanzo di Diego Collaveri è stato un piacevole passatempo che ha dato il meglio nelle descrizioni dei locali fetish dove Quetti e Silvie si muovono, alla ricerca di indizi. L'ambiente del bsdm in cui Silvie si trova a lavorare e in qui Quetti è costretto, suo malgrado, a presenziare viene tratteggiato con particolare attenzione e perizia, mostrando una approfondita opera di documentazione avvenuta prima della stesura del romanzo.
Ah, ma allora è un giallo erotico? Non che si sarebbe niente di male ma non lo definirei un giallo propriamente erotico anche se è imbevuto da una costante carica sensuale e passionale; questo perché le scene a "luci rosse", che pure ci sono (e non potrebbe essere altrimenti, dato che per il settanta per cento della lettura le azioni si svolgono in ambienti dove la componente sessuale è parte predominante), vengono sempre offerte al lettore mostrandole dal punto di vista del personaggio: così Silvie assiste a un amplesso di Miele, uno dei personaggi, ma in un corridoio buio e sotterraneo, per cui l'immagine che ne riporta è di un qualcosa visto a metà, nella penombra. E se c'è una cosa che apprezzo negli autori è proprio quando mostrano le scene usando la visuale dei propri personaggi: ti immerge nella storia e te ne rende partecipe a un livello differente della narrazione in terza persona.
Se vogliamo concentrarci sulla pista gialla che costituisce la base della trama, la storia si snoda in maniera classica, lineare, preservando però un suo grado di suspense, tanto che fino alle penultime pagine non è chiaro se l'assassino sia o meno Silvie. A mio parere, è uno dei migliori pregi di chi scrive thriller o gialli saper riuscire a tenere coperte le proprie carte fino alla fine. Inoltre la rivelazione delle motivazioni della vendetta del cigno nero appare coerente e verosimile, lasciando il lettore soddisfatto alla fine della lettura.
Il rapporto che lega i due protagonisti, Silvie e Quetti, si gioca su una sottile e persistente corrente di attrazione e ironia, che l'autore decide di mostrare attraverso gesti, più che parole, come il "gioco della sigaretta", quel rubarsi la cicca dalle labbra che ha tra le sue chiavi di lettura quella di un gioco dalla forte carica sensuale ed erotica.
La caratterizzazione dei personaggi è un altro punto a favore: ciascuno degli attori della storia scritta da Collaveri,per quanto piccola o breve possa essere la sua parte, ha una propria e ben definita personalità. Impossibile non innamorarsi della dolcezza di Miele o restare indifferenti alle lusinghe verbali di Lady Amelia, mistress e proprietaria del Black Mamba.
Personalmente vi consiglio di metterlo in wishlist per la lettura :)